Milano Finanza – L’industria italiana deve investire in Esg e digitale
La ricetta per un’industria più competitiva messa a punto dalla Fondazione M&M-Idee per un Paese migliore.
Gli effetti della pandemia, il cambiamento climatico in atto e le continue evoluzioni geopolitiche stanno ridisegnando l’economia globale, con effetti sui flussi di investimento, il commercio internazionale e la localizzazione della produzione.
L’Italia può affrontare il nuovo scenario e invertire la stagnazione degli ultimi due decenni con incentivi e meccanismi di centralizzazione che riescano ad attrarre i capitali esteri e a rafforzare gli investimenti domestici verso transizione digitale e sostenibilità.
Questa la ricetta per una più competitiva industria italiana proposta dalla Fondazione M&M-Idee per un Paese migliore, fondata e presieduta da Fabrizio Pagani, senior advisor di Vitale&co, già capo della segreteria tecnica del ministro dell’Economia e delle Finanze.
Pertanto, spiega MF-Milano Finanza, va potenziato l’attuale quadro di incentivi a favore del percorso innovativo del tessuto produttivo italiano, trasformandolo nel programma “Industria 5.0”.
Questo potrebbe consistere in un credito d’imposta unificato sugli investimenti del 40% almeno fino a 2,5 milioni di euro (30% fino 10 milioni e 20% fino a 20 milioni) e da un orizzonte temporale non minore di tre anni, con l’obiettivo di renderli strutturali.
Fondazione M&M propone inoltre l’introduzione di una misura d’incentivo specifica degli investimenti trasformativi per il raggiungimento di obiettivi collegati alla transizione ecologica, sotto l’etichetta di “Impresa Esg“.
Una linea di intervento che si concentra sulle imprese leader: invece di incentivare l’investimento in un singolo bene o servizio, premia l’insieme di spese in conto capitale che permettono all’impresa di trasformarsi.
Le agevolazioni potrebbero essere finanziate con la rimodulazione dell’allocazione delle risorse del Pnrr, suggerisce la Fondazione, in linea con le intenzioni del governo espresse nella terza Relazione sullo stato di attuazione del Recovery di maggio 2023.
Dove si auspica appunto lo spostamento di risorse da progetti in ritardo e poco incisivi a “incentivi alle imprese per la transizione ecologica e digitale”.
L’aspetto positivo dell’eventualità di poter ricorrere alle risorse del Pnrr è che “potrebbero essere utilizzate in maniera automatica dalle nostre imprese senza passare per la pubblica amministrazione, per finanziare incentivi che facciano fare un salto tecnologico all’industria italiana nei settori della digitalizzazione e della sostenibilità”, ha sottolineato a MF-Milano Finanza Pagani, che il 5 luglio presenterà il paper “Industria 5.0” in Fondazione Fiera Milano, insieme al presidente Enrico Pazzali.
Le misure normativo-burocratiche non richiederebbero invece coperture finanziarie, pur risultando cruciali e molteplici.
Per Fondazione M&M sarebbe utile introdurre uno sportello unico ed estendere la procedura semplificata e abbreviata (prevista per gli investimenti Pnrr) a tutti gli investimenti produttivi oltre una certa dimensione.